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Come migliorare la qualità delle relazioni e quindi della vita? Esiste qualche suggerimento utile a mantenere buoni rapporti con le persone, anche con quelle che a pelle generano antipatia o con le quali non abbiamo dei trascorsi positivi?
Esiste la formula magica? Difficile dirlo. Quello che certamente possiamo affermare è che la responsabilità del nostro sentire e del nostro pensare è nostra e solo nostra. La gestione cioè delle nostre emozioni e dei nostri pensieri è una nostra responsabilità. Essere felici è una scelta.
E’ una scelta anche adottare degli atteggiamenti utili, una nuova forma mentis che ci faccia da background, e che ci sia di aiuto.
Mantieni i tuoi pensieri positivi perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.
M. K. Gandhi
I presupposti della PNL
La Programmazione Neuro Linguistica è una disciplina sviluppatasi alla fine degli anni ’70 in California, grazie agli studi e alla creatività di Richard Bandler e il suo professore John Grinder.
Criticata da più fronti e tacciata di essere una pseudoscienza, non ha però smesso di diffondersi come pratica, e si dimostra essere, a nostro avviso, uno strumento molto efficace negli approcci di coaching.
Le tecniche di PNL sono molte e senza pretendere di darne una panoramica esaustiva, vogliamo illustrare qui alcuni dei suoi principi fondanti (e che tanto hanno fatto discutere), che sono utili per creare un mindset che favorisca l’apertura verso gli altri e relazioni umane più distese ed appaganti.
Attingiamo dai presupposti della PNL i 5 che, a nostro avviso, sono i più’ efficaci al nostro scopo.
Si tratta di pensieri utili e potenzianti.
Non sono leggi, non sono dogmi, sono degli atteggiamenti mentali che, se presi per veri, aiutano ad avere relazioni più’ serene e aperte. Ne abbiamo scelti cinque, come le dita in una mano, proprio perché risultino di facile memorizzazione. Una volta compresi, e fatti propri, sarà facile avere un atteggiamento mentale più aperto nei confronti degli altri.
Ecco allora il nostro Abracadabra! Che la magia abbia inizio!
- I 5 presupposti per migliorare le proprie relazioni
- Ognuno di noi vive nel proprio personale modello di mondo
- La mappa non è il territorio
- Non si può non comunicare
- Il significato di una comunicazione è la risposta che si ottiene
- Alla base di ogni comportamento c’è un’intenzione positiva
1. Ognuno di noi vive nel proprio personale modello di mondo
Siamo il frutto di ciò che siamo stati e della cultura che ci ha permeati. Da piccoli in fondo eravamo solo un libro di pagine bianche. Il passato, nel senso più ampio del termine, permea e modella i nostri schemi di pensiero e il nostro sentire. La cosa più ovvia, ma non per questo facile, è riconoscere e accettare questa struttura negli altri, soprattutto quando ci troviamo ad esporre il nostro punto di vista e, spesso capita, ci aspettiamo che gli altri lo condividano. Non è cosi, o meglio non automaticamente. Ognuno pensa e si esprime, in base alla propria soggettiva esperienza, pensando che sia quella “giusta”. Riconoscere questo nell’altro, soprattutto quando ha visioni e punti di vista differenti dai nostri, vi permetterà di accogliere la diversità con un altro atteggiamento, modificando addirittura la sensazione interiore che provate a non essere in linea e d’accordo con lui. Vi permetterà di essere più pacati e meno coinvolti emotivamente di fronte, ad esempio, ad un “No!”, in un colloquio di vendita, o del vostro capo, perché verrà spontaneo pensare che quel NO ha delle ragioni, ed è dettato da uno specifico iter razionale ed emotivo, proprio ed appartenente al vostro interlocutore.
2. La mappa non è il territorio
Strettamente legata alla precedente, questa affermazione, si rifà alla più ampia “la mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata” espressa da Alfred Korzybski nella sua opera più importante Science and Sanity (1933) e poi sviluppata in anni più recenti da Gregory Bateson. La PNL prende a fulcro della sua teoria diverse filosofie del linguaggio: come ci riporta R. Dilts (Dilts, 2011), Korzybski afferma che il sistema nervoso umano sia in grado di creare rappresentazioni simboliche o mappe della realtà. Uno di questi sistemi è il linguaggio che permette di riassumere o generalizzare le nostre esperienze. Questa presupposizione è una metafora di come le nostre percezioni diventino astrazioni di linguaggio e di sistemi rappresentazionali nella nostra mente (la mappa) e di come queste appunto, differiscano dal mondo fisico, la realtà esterna (il territorio) che esiste ed è, indipendentemente dalla percezione che noi ne abbiamo. In pratica, ognuno di noi vive la realtà esterna secondo le proprie personali percezioni, influenzate da esperienze passate e credenze, e questa diventa la nostra mappa, il nostro modello di mondo. Il territorio è la realtà oggettiva al di fuori di noi. Essa è molto più’ complessa e sfaccettata e può differenziarsi enormemente dalla percezione che noi ne abbiamo.
3. Non si può non comunicare
L’essere umano è un essere sociale. Negli scambi relazionali umani, la comunicazione ha luogo attraverso diversi canali e diverse combinazioni all’interno di un determinato contesto. L’interazione umana è sia digitale (il linguaggio verbale) che analogica (basata sul comportamento) ed entrambe trasmettono un significato tra due o più individui. Tutto il comportamento umano è comunicazione, e siccome non esiste una cosa che sia un non– comportamento, non può esistere una non-comunicazione. (Watzlawick e Beavin, 1967). Questo assioma è tratto dagli studi di Paul Watzlawick, psicologo e filosofo della Scuola di Palo Alto, pubblicati nel 1967. Comunichiamo continuamente con gesti e parole, che ne siamo consapevoli o meno, anche un semplice silenzio, o lo sguardo basso ad esempio comunicano all’altro la nostra distanza e la probabile volontà di voler stare soli o lontani in quel momento e in quel contesto.
4. Il significato di una comunicazione è la risposta che si ottiene
Non sempre ciò che intendiamo comunicare arriva all’altro secondo la nostra originale intenzione. Questo perché ciò che diciamo è veicolato dalla percezione soggettiva dell’altro. Tenere a mente questo principio è molto utile perché ci apre alla collaborazione comunicativa nei confronti dell’altro e ci abitua a ragionare sul fatto che il feedback di ritorno è dato da una corresponsabilità delle parti. Se la risposta che abbiamo ricevuto è stata particolarmente distante dalle nostre attese, significa che certamente la nostra comunicazione ha incontrato le percezioni dell’altro, ma anche che, evidentemente, il nostro modo di esprimerci ha causato in lui quella determinata reazione. Rifletteteci, questo assunto vi permetterà di mettervi in discussione più spesso e di migliorare il vostro approccio agli altri.
5. Alla base di ogni comportamento c’è un’intenzione positiva
Alla base di questo assunto vi è la convinzione che nessun comportamento umano sia casuale. C’è sempre uno scopo, e l’intenzione primaria che lo ha generato, almeno dal punto di vista soggettivo, è positiva. Questo non significa giustificare ogni tipo di comportamento. Significa però accettare il fatto che, come buon senso dice, se qualcuno ha compiuto un’azione ha avuto i suoi validi motivi. Validi per se stesso, né giusti né sbagliati. Tenere a mente questa affermazione vi aiuterà a predisporvi all’altro e potrà creare un ponte verso una comunicazione più empatica.
Soffermarvi ad analizzare questa selezione di assunti della PNL vi permetterà di predisporvi meglio nei confronti degli altri, e vi darà la possibilità di mettervi in discussione più frequentemente, accettando con più comprensione anche il punto di vista altrui, che seppur distante o disatteso, potrete considerare valido.
Per approfondire i temi legati alla PNL suggeriamo un libro didattico PNL Essenziale che spiega come un manuale la teoria essenziale della PNL.